Curriculum
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Maria Grazia Lunghi
Curriculum vitae Maria Grazia Lunghi inizia a dipingere con continuità a partire dal 1972. Un primo periodo è dedicato alla pittura a tempera su tavola, con soggetti figurativi ripresi dalla natura e riproposti in tono fantastico. Nel 1976 si laurea in pedagogia presso la Facoltà di Magistero dell’Università di Roma La Sapienza. Negli anni ‘80 fa parte del gruppo di artisti Magazzini generali, che organizza una serie di mostre dal titolo Reinventare i luoghi dell’arte. Dal 1989 al 1991 frequenta la Scuola del nudo all’Accademia di Belle Arti di Roma. Nella seconda metà degli anni ‘80 introduce l’olio nelle sue opere, trattate spesso con la materia (seta, sabbia, fili di tessuto). I soggetti, pur rimanendo figurativi, acquisiscono echi e aperture informali. Dagli inizi degli anni ‘90 produce tele ad olio con soggetti figurativi tratti da esperienze di viaggio. Dal 1978 espone con continuità le sue opere in mostre personali e collettive, e partecipa a concorsi a livello nazionale e internazionale. La ricerca artistica Maria Grazia Lunghi vive ed opera nella sua città, Roma. Inizia la sua attività negli anni '70. Nel 1980 entra a far parte dell'Associazione culturale “Magazzini Generali”, attiva su un ampio spettro di arti e culture, nel tentativo di portare l'arte in strada, viva e vivace come nella Parigi di fine '800. Tentando, con questo, una strada diversa rispetto alle logiche più aberranti del mercato, lontana dai circuiti ufficiali canonizzati. Da qui le prime mostre nei bar, nelle piazze, ma anche un continuo incontro e confronto di idee, di esperienze, di progetti per un diverso modo di fare e proporre arte. L'esigenza di comunicazione diretta, non mediata da percorsi obbligati, si riflette nella sua esperienza pittorica che, fin da allora, offre a chi osserva la possibilità di ripercorrere con immediatezza la sua avventura interiore: una tendenza all'espressione confidenziale dei propri stati emotivi, che si trasmette dapprima attraverso immagini forti, incisive, crude. Immagini di cose, oggetti, elementi comunque riconoscibili anche se inseriti in un contesto ambiguo, evanescente, costellato di piccole macchie incongrue, di sottile inquietudine. Poi, con il tempo, il segno si allarga, si disperde, le figure si allontanano dai contorni consueti, divengono metafore, ed il colore si fa tratto, macchia, episodio, in un insieme destrutturato nella forma, più immediato nel trasmettere. Tutto ciò avviene senza ricorso a facili evocazioni tematiche, linguistiche, culturali, lontano da ogni moda; la pittura procede in totale autonomia, anche scontando momenti di incertezza, di dispersione, come è sempre nel fluire dell'esperienza interiore. Dai primi anni ’90 l’esperienza informale cede gradualmente il passo ad una visione più strettamente “paesaggistica”, stimolata dalle numerose esperienze di viaggio in luoghi lontani, diversi: Yemen, India, Guatemala, Scozia, Marocco, Egitto, Birmania, Libia, Perù. Sempre più lega il suo lavoro a tematiche sociali, partecipando ad iniziative promosse in tal senso. In questo percorso l’artista si muove oggi, nella continua ricerca di una capacità espressiva interiore filtrata attraverso un nuovo sentire, nuove esperienze, nuovi luoghi. |